L’intento di quest’attività è stato quello di ridiscutere e trasformare il rapporto pubblicitario attraverso una comunicazione diretta, basata sull’interazione. In un mondo dove la pubblicità aggredisce il fruitore con messaggi studiati e confezionati a misura di consumatore, lo spazio bianco; il vuoto, diventano oggetti misteriosi e nuovi. La possibilità e l’invito a “sporcare”uno spazio destinato ad un affitto privato ma sul suolo pubblico diventa al contempo una provocazione sul tema del riappropriarsi degli spazi pubblici (tema caro a tutto il filone della street-art) quanto uno scardinare il rapporto classico artista-fruitore, per entrare in un concetto di opera collettiva orizzontale dove si possono incontrare l’artista, il ragazzo in età scolare, così come l’impiegato o la massaia. Chiunque abbia con sé un oggetto finalizzato alla scrittura o al disegno può dare il suo apporto alle opere.