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Lo ha conosciuto ad uno di quegli aperitivi tranquilli che cominciano alle 19 e finiscono davanti all’unico kebabbaro che tiene aperto tutta la notte. Quella volta l’Insicura aveva perso i suoi amici nella folla – «ma sì, vai pure in bagno: ti giuro che non ci muoviamo da qui!» – e, sentendosi un po’ persa e un po’ idiota, si era seduta su un muretto e si era girata una sigaretta. Non solo le era morto il telefono, a quanto pare le mancava pure l’accendino. E così, con la scusa più banale del mondo, si ritrova a parlare con un biondino sconosciuto che in quel momento passava di lì. L’Insicura lo trova carino e il primo scambio di battute tra loro scivola senza intoppi perché bagnato di Spritz. Quindi comincia il rituale del corteggiamento di primavera, ogni anno sempre quello. Come ti chiami, con chi sei qui, vieni spesso in questo bar, prosciutto cotto o prosciutto crudo: il solito copione.

Mentre tutto fila e fonde e degli amici dell’Insicura – ormai per fortuna – ancora non si hanno notizie, il discorso dei nostri piccioncini tubanti verte sulla Spagna. Anche su questo i due si trovano d’accordo: è una meta turistica inflazionata. Ma all’Insicura non basta questa lieve damnatio. Forse spinta dal desiderio pavonico di mostrarsi al suo belloccio ancora più radical bitch, forse fomentata dalla consapevolezza di essersi depilata proprio quel pomeriggio i polpacci, forse ebbra di ormoni balordi – la verità nessuno la saprà mai – la Nostra sconfina nell’autobiografico.

«Figurati che quando ero matricola, cinque anni fa, ho vinto l’Erasmus a Madrid. Ovviamente, ho subito rifiutato. Cioè, secondo te, io posso scendere a patti con quei senza Dio che mescolano Lambrusco e Coca-Cola? Ma dai!»

 

L’Insicura se ne è accorta: mentre parlava, in un momento preciso, la faccia del biondino è crepata. Decisamente crepata, anche se per un solo istante. Ha detto qualcosa di sbagliato, ma che cosa? Ecco che, allora, un sospetto inizia a farsi spazio dentro la Nostra. E se fosse…? Iddio, no.

 

«Ma… Tu – così per sapere, sai, giusto per capire, sai, ‘i numeri sono importanti’ faceva, no? No, forse no. – abbozza l’Insicura – Ah, che memoria di merda. Sarà l’età! Cioè no, scherzavo, però, insomma: quanti anni hai?»

 

Proprio così, questa sera l’Insicura al grande gioco a premi del Rimorchione ha vinto un ragazzo più giovane di lei. Non c’è bisogno di dire che inizialmente questa scoperta la lascia perplessa, imbarazzata quasi: ma si può fare? È legale? È morale? Non c’è bisogno di dire che, alcune ore e bottiglie dopo, questo non sarà più un problema. Ma quando, di mattina, l’Insicura si sveglia e lo vede nudo accanto a sé, nel suo letto, mette insieme i ricordi – o ciò che ne resta – della notte precedente. All’improvviso, il suo cuscino sembra essere fatto di spine. Scivola in bagno e si scruta allo specchio. Rischia di svegliare il suo giovane ospite e per questo non grida, ma pensa molto forte «a questo punto come ci sono arrivata? Domani vado a rimorchiare allo scientifico mimetizzandomi tra le mamme?». Poi, quando l’occhio le cade sulla sua crema da viso “energizzante prime rughe”, l’Insicura si rende conto per la prima volta della sua incipiente e irreversibile vecchiaia. Negli anni, però, ha imparato che gli incidenti diplomatici sudombelicali non si risolvono con i monologhi tanto isterici quanto interiori, ma con il caffè. Sì, “negli anni” si può dire nel caso della nostra esperienziatona, ma in quello del bello addormentato di là? Beve il caffè o piuttosto il latte con i cereali il ragazzo che poche e buie ore fa le raccontava, con tanto di occhioni, «Sai, l’anno scorso a ragioneria abbiamo fatto un’assemblea strafiga…»? E dove si compra la spuma di domenica mattina? Così, sgattaiola verso la cucina in punta di piedi, sentendosi molto, molto colpevole – colpevole di un delitto carnale, passionale, edipico, in ogni caso perseguibile per legge – e con una nube tempestosa di postumi sulla testa.

 

«Ehi, buongiorno… Che dormita… – la vittima è sveglia e loquace – E che bevuta, cazzo, ricomincerei adesso! Ce l’hai una birra?»

 

Questa è la frase che introduce un nuovo capitolo della storia. Quello in cui l’Insicura scopre che sono fondate le voci intorno al fatto che i maschi sono affascinati dagli esemplari femmina più grandi di loro. Lo scopre mentre si ricorda anche di quelle altre voci, quelle rispetto alla prestanza e all’esuberanza della cosiddetta carne fresca. Per quanto incredula e vittorianamente impudica, la Nostra si trova quindi coinvolta in una liaison sentimentale con il biondino. Si lascia andare a momenti di spensieratezza inaudita – nessun discorso su stipendi\figli\setteetrenta\matrimonio\sepoltura di coppia\precariato\prostata\bricolage – e anche ad un certo numero di battute tese a dimostrare l’immaturità, l’inesperienza e, di lì, la tenerezza intrinseca del concupito aka “il Minorenne”. Parlandone con le sue amiche, la Nostra recita una parte già scritta in numerose pièces francesi settecentesche.

 

«Come mi vergogno a raccontarvi, mie care, che scabroso episodio mi è successo e mi sta succedendo due volte (o anche tre volte) al giorno. Ho circuito un fanciullo! Sì, è deplorevole, ne sono consapevole e me ne danno. Ma questa depravata circostanza, che dire, mi fa sentire viva come non mi sentivo da tempo!»

[Sottotesto: «Quindi l’avete capita che gallina vecchia sa fare anche altro che buon brodo, invidiosone tardone? Avrò anche perso l’ultimo torneo di bridge, ma taaac, ricompensa in natura!»]

«Oddio! Raccontaci tutto! Non ti fa strano? Ma nel futuro riesci ad immaginarti con lui? Uscite addirittura in pubblico? Gli fai anche ripetizioni intanto che ci sei? Pazzesco. Non so d-a-v-v-e-r-o come mi sentirei io al tuo posto! Com’è che vi chiamano a voi? Lenone? Coguare? »
Nel frattempo, anche il biondino riflette su ciò che gli è capitato. Non si spiega affatto come mai una più grande di lui, una capace di usare il congiuntivo e di pagare da sola le bollette in posta, si sia interessata a lui. Si sente come un orsetto carpito dal gancio, in quella macchinetta in cui metti i soldi e poi manovri il gancio per prendere i premi di peluche che di solito non prendi mai insomma dai quella lì. Totalmente privo di consapevolezza, non capisce come ha fatto a meritarsi una fortuna del genere. A sua volta, confida agli amici i turbamenti del suo cuore, le strane emozioni che questo nuovo e insolito rapporto gli sta dando.

 

«Oh, sto uscendo con una più grande di me. Gliel’ho messo.»

[Sottotesto: ø]
«Grande vecchio!»

 

Sempre lieti siano la primavera, i nuovi amori che sbocciano e i controllori presi bene! La storia dell’Insicura e del suo prepubescente amante, come la Nostra ama definirlo quando si vede sempre più teen – yooooloooo – riflessa nelle vetrine dei negozi, prosegue felice. Festeggiano ormai il loro primo mese da fidanzatini, un mese trascorso tra lenzuola e briciole di spuntini notturni, un mese di totale disinteresse per il domani.
Succede però qualcosa di molto, molto brutto. L’Insicura, mentre aspetta che il suo forever young adone finisca la doccia, va su Facebook perché si annoia. Eccolo lì il pugnale in un occhio più letale: Chiara AméliePoulain Rossi ha appena messo non un ‘mi piace’ bensì un ‘cuoricino’ alla nuova foto profilo del biondino. Non solo. Ha scritto anche un commento: «Passi in sagra quest’anno?? Sai che per te c’è sempre una birra offerta dalla tua barista preferita 😉 ti aspetto!» Faccina che dà baci, faccina che dà baci, faccina che dà cazzo di baci. Fulmini, saette, madonne chiodate: dentro la Nostra sta succedendo un cazzo di casino. Chi è ‘sta nana? Cosa vuole? Sagra di che? Certo, l’Insicura che non ha sedici anni, lei, sa benissimo di doversi dare una calmata. Cosa vuoi che sia, alla loro età, un banale commento ad una foto? Ma niente, ci mancherebbe. Razionalità, prima di tutto. Quindi, niente rabbia, niente acidità, un bel respiro e soprattutto niente stalk…– troppo tardi. Il profilo di Chiara Hovistosolounfilmnellamiavitapoverina Rossi è già stato preso d’attacco. Ha sette anni in meno dell’Insicura, – ‘sta scema – ha un sacco di foto alle feste con il biondino e soprattutto cos’è tutta questa sodezza delle carni?!? Tilt completo.

 

«Ecco, lo sapevo. Ah, se lo sapevo che mi infilavo in una situazione del cazzo. Con tutte le diciannovenni con le tette a punta di questo mondo, sai quanto ci mette questo a scaricare me per una di loro? Mi molla domani. Ecco, sì, mi lascerà qui, da sola, per una che cita Jim Morrison e Selena Gomez nello stesso post. E se anche durasse ancora un altro mese? Mi cascherà il culo per terra per allora. Mi lascerà comunque, con la differenza che tra trenta giorni non sarò buona nemmeno per far da testimonial al Centro Acustico del comune. E questa mattina mi diceva “mi piaci tanto” questo insensibile, cinico, immaturo imberbe. Il cazzo, “mi piaci tanto”. Sì, bravo, perché io sono qua apposta per farmi prendere in giro, eh. La sagra? Faccina che dà baci?? Quel sedere altissimo che sembra puntellato??? Te la faccio vedere io. Vecchia, non stupida. Almeno quello.»

 

Ed è così che l’Insicura si mette qualcosa indosso al volo, scarabocchia un biglietto sul tavolo ed esce da casa sua, tirandosi la porta dietro. Il biondino, che un minuto esatto dopo esce dalla doccia, non capisce cosa possa significare «Ciao e TANTE GRAZIE. Gattara piuttosto, bastardo». Uscendo dall’appartamento di lei tutto confuso, annulla il tavolo al ristorante cinese e appallottola nella tasca dei pantaloni due biglietti per l’unica data italiana degli Alt-J. Va a cercare i suoi amici al bar, pensando «come ho potuto essere così stupido da farmi scappare una così figa? Cos’ho fatto, dove ho sbagliato per non piacere più a una così forte e sicura di sé? Sono proprio un coglione».

Tratto dal blog l’Insicuro
http://linsicuro.com/manuale-dellinsicuro/