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Via Dessena. Una Bologna spenta. Pieno gennaio. Fra un po’ le sessioni di esame. Sette, sette e mezza di sera. Seduto al tavolo della nostra improvvisata cucina, parlo con Lucio. Condivido l’appartamento con cinque personaggi con una certa voglia di vivere. Ragazzi allegri, se non casinisti di prim’ordine. Si parla del nuovo frigo arrivato una settimana prima. Regalo della mamma di Marco, uno dei conviventi. Frigo enorme. Blu come il mare. Lucio con tutta calma mi illustra la struttura dell’elettrodomestico. Nella sua voce c’è una certa enfasi, quasi fosse l’Eneide, quasi fosse il frigo tra i frighi; un figo tra i frighi. Vedi, qua ci metti la verdura, qua i congelati, qui il bere”. Il reparto congelati è talmente grande che può contenere tante pizze quanto il fabbisogno giornaliero di una comunissima pizzeria. “Qui a lato c’è il regolatore di umidità, con questa levetta puoi controllare l’intensità della luce delle cinque lampade a led interne ed esterne”. In effetti i bordi della “piscina”, ormai lo chiamo cosi, sono illuminati di rosso. Mentre parla Lucio penso a quanto cazzo stoni con il resto della cucina. Il lavandino è della peggio ceramica e cade a pezzi, il fornello trovato al deposito rifiuti per la modesta cifra di venti euro è già tanto che non sia esploso. Mentre contemplo la scena arriva Marco. Saluta con un cenno della mano e con un sorriso soddisfatto mi indica il frigo ed esordisce cosi: “Siamo ok ragazzi, con questo frigo diamo da mangiare al quartiere”. Bisognerebbe prima riempirlo, penso. “Attraverso il display esterno si può regolare la temperatura, i colori della luce, il tasso d’umidità”. Lo so, lo so, tiriamocela. Rumore di porta che si apre. Arrivano gli altri tre. In cucina restano a bocca aperta per la visione dell’affare blu. Cazzo, è talmente grande che quando la luce del sole ci batte contro diventano blu anche le pareti della cucina. Urla di gioia, bestemmie per quantificare l’entusiasmo. Ed io penso: bisognerebbe prima riempirlo. Ora, in questa cucina, a tutti quanti arriva la fame. Lucio si espone: “Ragazzi, ho fame, che si fa??”,”Pizza??”, “Chi ha soldi per una telefonata??”. Ed io penso: appunto. Buon appetito

Chef Jim Zèdé