Una serie di istantanee montate al contrario.
Ore 6:00 del mattino: sono avvolto nel mio rosso sacco a pelo artico ai piedi della mia auto. Noto che i cerchi sono veramente luridi. L’abitacolo è pieno dei miei compagni di viaggio dell’andata che hanno deciso all’ultimo di esserlo anche al ritorno. Ore 4:00: Sirio riceve insulti a ripetizione dai suoi compagni di campeggio che non accettano la sua brillante e generosa idea di cucinare una pasta col pesto a conclusione della serata. Ore 1:00: il cantante dei prodigi australiani King Gizzard & the Lizard Wizars si lancia nell’ultima poderosa cavalcata psychedelic punk, prima di tuffarsi sul pubblico ed essere portato in trionfo fino alla postazione del fonico. Ore 23:00: il corpulento King Khan, spalleggiato dai suoi temibili Shrines, fa il suo ingresso sul palco grande del Beaches Brew, dentro una minuscola tutina nera da ginnasta anni ’80 con due fori sulle sedere che fanno intravedere le sue splendide ed ambrate chiappe indiane. Ore 21:00: arriviamo all’Hana-Bi, il locale che ospita il festival, dopo una tappa al Lidl di Marina di Ravenna per fare scorta di Sciacquone, il famigerato drink fai-da-te del Negro a base di acqua frizzante e vino rosso che abbiamo ingurgitato per tutta la sera. Ore 19:00: una rinfrescante doccia in spiaggia per lavarsi dal sale marino ci dà la possibilità di incontrare il famoso Jim Trouble, che ci propone subito di acquistare dell’erba fatta in casa. Decliniamo a malincuore. Ore 16:30: arriviamo in spiaggia e ci fiondiamo in acqua. Il sole ci scalda dopo aver fatto capolino da eteree nuvole bianche portatrici di pioggerellina. Due granchi morti sul bagnasciuga diventano il mio passatempo per una mezz’ora.